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Decreti attuativi del “Jobs act”: nasce l’ANPAL, ne fa le spese l’ISFOL

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Il Consiglio dei Ministri ha varato il 4 settembre scorso, in via definitiva, i quattro decreti attuativi del “Jobs act” che, prima della pausa estiva, erano stati sottoposti con esito positivo al parere delle competenti commissioni parlamentari. Uno di essi, dal titolo “Riordino della normativa in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive”, incide in maniera significativa sull’ISFOL, sulle sue risorse e sul suo personale.

L’ISFOL dovrà infatti contribuire, con trasferimento di risorse umane e finanziarie, alla nascita dell’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (ANPAL). Compito della neo-nata Agenzia sarà il coordinamento della Rete nazionale dei servizi per le politiche del lavoro, costituita dalle strutture regionali per le Politiche attive del Lavoro, dall’INPS, dall’INAIL, dalle Agenzie per il lavoro e dagli altri soggetti autorizzati all’attività di intermediazione, dagli enti di formazione, da Italia Lavoro, dall’ISFOL e dal sistema delle Camere di commercio, dalle università e dagli altri istituti di scuola secondaria di secondo grado. L’ANPAL dovrà anche svolgere compiti di coordinamento dei servizi pubblici per l’impiego e di definizione degli standard di servizio delle politiche attive, delle politiche di attivazione dei lavoratori disoccupati e dei programmi co-finanziati dal FSE, in raccordo con l’Agenzia per la coesione territoriale.

L’ANPAL sarà istituita a decorrere dal 1° gennaio 2016, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, e sarà posta sotto la vigilanza del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Al suo personale dirigenziale e non dirigenziale di ruolo, che non potrà superare le 395 unità, si applicherà, rispettivamente, la contrattazione collettiva dell’Area I e la contrattazione collettiva del comparto Ministeri.

L’invarianza di spesa sarà realizzata con il trasferimento all’ANPAL di personale, beni, risorse finanziarie e strumentali provenienti dal Ministero del lavoro e dall’ISFOL, da individuare con successivi DPCM che saranno sottoposti, prima della definitiva approvazione, alle valutazioni delle Commissioni parlamentari competenti. Il contributo previsto per l’ISFOL in termini di personale ammonta a 157 unità a tempo determinato e a tempo indeterminato. Ai dipendenti transitati nei ruoli dell’ANPAL, con corrispondente diminuzione delle dotazioni organiche del Ministero del lavoro e dell’ISFOL, è riconosciuto il diritto di opzione per il regime previdenziale dell’ente di provenienza e, in caso di diverso contratto collettivo nazionale di provenienza, all’applicazione di quest’ultimo con inserimento in appositi ruoli ad esaurimento. In tal caso, però, per i R&T dell’ISFOL transitati all’ANPAL verrà meno ogni possibilità di progressione di carriera. L’ANPRI ha immediatamente richiesto un incontro urgente al ministro Poletti per evitare questa sciagurata eventualità.

L’ISFOL, negli anni 2016 e 2017, non potrà inoltre procedere ad assunzioni in relazione alle cessazioni di personale avvenute negli anni 2015 e 2016 e i risparmi derivanti dalle mancate assunzioni affluiranno al bilancio dell’ANPAL, a copertura degli oneri di funzionamento. In fase di prima applicazione, l’ISFOL e il Ministero del lavoro dovranno anche “prestare” all’ANPAL proprie sedi.

L’art. 10 del decreto individua, inoltre, i compiti dell’ISFOL. Dopo aver proceduto alla riorganizzazione dell’Ente (nomina entro 45 giorni dalla pubblicazione del decreto sulla G.U del presidente e dei cinque membri del CdA, modifica dello statuto e del regolamento entro i successivi sessanta giorni e relativa definizione della dotazione organica), l’ISFOL è chiamato a svolgere, coerentemente con gli obiettivi strategici individuati dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali: a) attività di studio, ricerca, monitoraggio e valutazione degli esiti delle politiche statali e regionali in materia di istruzione e formazione professionale (alternanza scuola-lavoro, apprendistato, formazione continua, integrazione disabili e integrazione sociale), b) monitoraggio e valutazione delle politiche del lavoro e dei servizi per il lavoro, inclusa la verifica degli obiettivi raggiunti dall’ANPAL, c) valutazione del ruolo del terzo settore, e d) gestione di progetti comunitari, anche in collaborazione con enti, istituzioni pubbliche, università e soggetti privati operanti nel del lavoro e delle politiche sociali.

Insomma, per gli enti di ricerca la stagione dei riordini non finisce mai e capita pure, come in questo caso che, nonostante i tanti proclami del Governo per il rilancio della ricerca in Italia, un’altra fetta, seppur piccola, della ricerca pubblica italiana se ne vada.

 

Questa notizia è stata pubblicata nella newsletter ANPRI del 24 settembre 2015.

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